Vittorio Piergiovanni nasce ad Ancona il 25 luglio 1921 da famiglia di origini maceratesi: il padre Giuseppe, dipendente delle Poste, è di Camporotondo di Fiastrone. Nel 1932, in seguito al trasferimento a Venezia, la famiglia si stabilisce al Lido, ma, per motivi di salute, Vittorio completa gli studi superiori a San Ginesio (MC) conseguendo il diploma magistrale.
Ritornato a Venezia, si iscrive alla facoltà di Lingue e letterature straniere di Ca’ Foscari; nel febbraio del ’43 viene chiamato alle armi; dopo l’8 settembre affronta varie peregrinazioni per tutta l’Italia, che descrive in un vivido diario; sfugge alla deportazione in Germania e si rifugia al Lido presso la madre.
Dopo la guerra (1950) si laurea e l’anno dopo si trasferisce ad Ancona, dove insegnerà negli Istituti superiori del capoluogo e della Provincia. Sposa Bianca Piergiovanni (omonima, non parente), dalla quale nel 1952 avrà la figlia Angela Silvia.
Per tutta la vita si dedicherà alla sua professione, concepita come missione educatrice, studiando e aggiornandosi continuamente, così come farà nella Fotografia, intesa come espressione culturale e artistica, nella quale, per una ventina di anni, profonderà il suo massimo impegno.
Muore nella propria casa di Ancona il 6 gennaio 2010.
La passione per la fotografia si accende in lui sin dall’adolescenza, avendo appreso le tecniche di ripresa e in camera oscura dal padre, fotografo al seguito della spedizione italiana in Libia del 1911.
A partire dal 1950 fino a metà degli anni ’60, partecipa, sia individualmente che con i vari Circoli di cui fa parte, a numerosissimi concorsi e mostre in Italia e all’estero (Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Benelux, Brasile, Polonia, Romania, Ungheria, Jugoslavia, URSS), ottenendo lusinghieri giudizi e notevoli successi. Nel 1957 è insignito dell’onorificenza internazionale A.F.I.A.P.
Si impegna con passione nell’attività dei circoli fotografici: fra i primi il Foto Club Anconitano (1951-1953), e il Gruppo Fotografico S.E.F. Stamura di Ancona (1954-1959). Dal ’56 al ’58 aderisce al “Centro per la Cultura nella Fotografia” (C.C.F.) di Luigi Crocenzi. Nel 1960 viene invitato da Paolo Monti e Giuseppe Bruno a far parte de “La Gondola”, prestigioso circolo fotografico veneziano, da cui esce l’anno successivo insieme con gran parte dei soci più importanti fondando, sempre a Venezia, “Il Ponte”.
Si fa apprezzare per la capacità organizzativa e la finezza intellettuale; intrattiene stretti contatti e una fitta corrispondenza con gli esponenti più in vista della fotografia dell’epoca. Collabora e organizza importanti mostre tra cui la collettiva con De Biasi, Monti, Parmiani e Donzelli presso la Rocca Roveresca di Senigallia.
Dopo il 1965, a causa degli impegni di lavoro e del concomitante declino della stagione delle mostre e dei concorsi, cessa l’attività organizzativa; la passione sempre presente per la fotografia trova via via maggiori ostacoli nei problemi di salute familiari e personali che lo affliggono, tanto che a partire dagli anni ’70, la sua produzione, legata per lo più a particolari occasioni nel territorio, diviene sempre più sporadica fino a cessare del tutto all’inizio degli anni ’80.
Franco Cavazzana